Invenzione e Innovazione, un paradosso?

by / martedì, 05 Novembre 2019 / Published in consulenza, Digital Transformation & Industry 4.0, HR
La relazione tra Invenzione ed Innovazione e le sfide dei manager del futuro
Dobbiamo prendere atto che in questo secolo il cambiamento si è caratterizzato per essere discontinuo, improvviso e sedizioso. Ora, non ha più un carattere cumulativo e neppure si muove lungo una linea retta.
In passato il progresso consentiva cambiamenti graduali e solo raramente dava alla luce delle forme viventi del tutto nuove. Siamo in presenza di un ritmo di cambiamento incredibile.
Nell’arco di una sola generazione, il costo di decodifica del genoma umano è crollato da diversi milioni di dollari a poche centinaia. Il costo per memorizzare un megabyte è ormai prossimo allo zero.
Con l’età del progresso il mondo del business si è popolato di nuovi giganti, non solo industriali. Sono questi giganti che forgiano la disciplina del progresso: attività di ricerca, rigorosa pianificazione, miglioramento continuo, reengineering e pianificazione delle risorse a 360°.
Con la deregulation sono stati distrutti diversi monopoli e Internet ha portato all’abbattimento di molte barriere, togliendo significato agli stessi profili geografici.
Di fronte a questo scenario, un’impresa che si evolve lentamente è già di fatto sulla strada dell’estinzione. Dobbiamo pertanto aiutare le aziende ad innovarsi.
Le aziende innovative cattureranno i migliori talenti e sapranno costruire dei nuovi asset.
Nell’era dell’innovazione, il futuro sarà sicuramente diverso dal passato, ciò che abbiamo imparato è ora limitato e non coincide più con le necessità future delle aziende.
I cicli di vita dei prodotti si accorciano, di conseguenza anche i cicli di vita delle strategie si devono abbreviare. Qualsiasi idea, per quanto brillante, può perdere nel breve tempo la sua validità economica. Da qualche parte c’è una azienda sconosciuta, che forse deve ancora nascere, che può rendere già obsoleta la nostra strategia.
La differenza tra l’essere Azienda leader oppure Azienda ritardataria non si misura più in decenni, ma a volte in pochi mesi. Benché non vi siano limiti alla capacità di immaginazione, solo poche Aziende riescono a liberarsi dai condizionamenti del passato.
Per un Manager, l’operare in un proprio habitat naturale senza interrogarsi rende difficili, se non impossibili, delle fughe in avanti. Per questo non abbiamo alternative: noi consulenti dobbiamo diventare più innovativi degli stessi innovatori.
È una sfida difficile da cogliere, inoltre molta confusione ruota ancora attorno al concetto di innovazione. Molte sono le definizioni che, in relazione alle diverse scuole di pensiero, sono state date al termine innovazione.
L’ipotesi dell’esistenza di una correlazione causa-effetto tra ricerca scientifica e progresso tecnico, porta Schumpeter, già nel 1939, a distinguere tra invenzione e innovazione:
  • invenzione, ossia la prima applicazione tecnologica del prodotto originato direttamente da una ricerca, non necessariamente scientifica, quale può essere un’idea nuova, una nuova soluzione ecc.;
  • innovazione, l’utilizzo dell’invenzione in ambito produttivo in modo standardizzato, atta a trasformarla in un fatto di interesse economico-commerciale.
Innovare è quindi ricreare, mutare, introdurre qualcosa di nuovo rispetto a ciò che già esiste, magari solo a livello latente, utilizzando nuove tecnologie che universalmente abbiamo definito abilitanti.
L’Innovazione rende l’idea pratica e usufruibile, è unica nel suo genere, opera nel breve termine ed è sempre travolgente. Per questo si parla di “distruzione creativa”.
Mentre la creatività si realizza attraverso la capacità di ristrutturare i dati della realtà, l’innovazione si realizza attraverso un processo logico continuo. Un processo che punta ad ottenere per le Aziende un rapporto risultati/risorse di tipo quantitativo/qualitativo operativamente più vantaggioso.
Secondo Schumpeter, l’imprenditore produce innovazione quando combina in modo nuovo o diverso i fattori produttivi.
L’innovazione, per sua natura, non riesce mai ad essere coinvolgente, in quanto interessa solo poche persone: il management e qualche specialista dell’ufficio impianti o delle tecnologie.
L’innovazione non richiede solo creatività, ma anche un serio impegno, in quanto un’idea può creare centinaia di problemi per essere realizzata, richiedendo soluzioni sia creative che pragmatiche.
Una nuova idea può vagare inutilizzata in Azienda per anni prima che qualcuno si assuma la responsabilità di trasformarla in azione, ma più alte sono le barriere per attuare l’idea, più difficile sarà per i concorrenti seguire la stessa strada.
Intercettare le nuove idee e i nuovi interessi dei nostri clienti, sintonizzandosi con i cambiamenti del mercato e comprendendo a fondo le potenzialità della rivoluzione digitale e di Industry 4.0 con le correlate tecnologie abilitanti, sono le nuove sfide che attendono i Manager nei prossimi anni.
Dott. Mario Gibertoni, CMC International Academic Fellow e Presidente StudioBase
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