Le Skill del futuro

by / lunedì, 14 Ottobre 2019 / Published in Digital Transformation & Industry 4.0, Formazione, HR
Con l’avvento della digitalizzazione e della quarta rivoluzione industriale che hanno caratterizzato gli ultimi anni, il management aziendale e la leadership si sono evolute ed i cambiamenti hanno comportato una modifica anche delle competenze per il futuro. A cambiare non sarà solamente quanto appreso con percorsi di studi e di formazione mirati, come il saper utilizzare correttamente e consapevolmente le tecnologie abilitanti, ma anche le cosiddette soft skill, quelle abilità legate a caratteristiche più personali e comportamentali.
Secondo il report del World Economic Forum, le dieci soft skill necessarie nel futuro subiranno un cambiamento ed alcune delle competenze altamente richieste nel passato lasceranno spazio a nuove caratteristiche come la flessibilità cognitiva, ossia la capacità di avere una mente elastica e il sapersi destreggiare tra diversi sistemi e metodi di pensiero, oppure l’intelligenza emotiva, fondamentale per la collaborazione ed il team building. Alcune soft skill sono salite nella graduatoria, tra queste, spicca la creatività, che resta un’abilità necessaria per la nascita di nuove idee, e lo sviluppo del pensiero critico, che consiste nel riuscire ad utilizzare la logica ed il ragionamento per valutare nuovi progetti. Rimane al primo posto nell’elenco del “The Future of Jobs”, report del World Economic Forum, la capacità di problem finding e problem solving, ossia l’abilità nel trovare e nel risolvere problemi e che richiedono elasticità mentale nell’individuare le criticità e capacita d’agire rapidamente.
L’Institute for the Future for the University of Phoenix Research ha recentemente pubblicato uno studio dal titolo “Future Work Skills” in cui evidenzia che i fattori più influenti nel lavoro contemporaneo sono:
• il mondo globale ed interconnesso verso una più ampia categoria di lavoratori e di consumatori;
• la creazione di nuovi paradigmi di valore;
• l’ascesa di un universo computazionale, che ci proietta in un sistema in cui tutto è potenzialmente programmabile grazie all’enorme disponibilità di dati;
• il nuovo ecosistema di tecnologie multimediali, in cui ci ritroviamo costantemente connessi;
• la presenza massiccia di tecnologia “intelligente” che comporta task meno ripetitive ed automatizzate per l’essere umano;
• la longevità dell’essere umano, che comporta una maggiore permanenza nel mondo del lavoro e la necessità della formazione permanente.
L’insorgere di suddetti fattori ci impone la seguente domanda: la nostra Azienda, in cosa è più brava e quali sono le competenze da sviluppare ora per restare competitivi domani?
Emerge così la necessità di individuare le nuove skill per il futuro.
Come il World Economic Forum, anche l’Università di Phoenix indica dieci soft skill necessarie nel futuro. Entrambi gli studi si trovano d’accordo sul fatto che le competenze da sviluppare nel personale riguardano le abilità che le macchine non possono sviluppare e che non possono essere perseguite da regole meccaniche, come ad esempio: l’adattabilità; la capacità di individuare il significato nascosto di ciò che viene espresso; l’intelligenza sociale; la capacità di distinguere ed operare in diversi contesti sociali e culturali, come anche la capacità di dare pesi e misure diverse alle informazioni.
Si distinguono invece, in questo secondo studio, come competenze necessarie per il futuro, il pensiero computazionale ossia, l’abilità di tradurre grandi quantità di dati in concetti concreti ed infine la collaborazione virtuale tra uomini e macchine.
In conclusione, le implicazioni per gli individui e le imprese saranno notevoli: saremo sempre più chiamati a costruire e rivalutare nuove capacità e competenze, attraverso dei percorsi di formazione permanente.
Ma l’offerta di Università e società di consulenza non pare al momento in linea con la domanda del mercato.
Dott.ssa Maddalena Forcella, area comunicazione
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